Nel corso del tempo, la tecnologia laser si è diffusa nei campi più disparati: dalla scienza alla tecnica, passando per la medicina. In particolare, oggi, trova impiego nel trattamento di superfici e materiali, tra cui metalli, legno, marmo, pietra, cemento, intonaco, laterizi.
Uno dei vantaggi del laser è che non necessita di un contatto diretto con la sorgente di lavorazione. Ciononostante il rischio di danni o lesioni è sempre dietro l’angolo, specie se non si prendono le dovute precauzioni, sottovalutando la pericolosità del raggio emesso.
In questo articolo, approfondiremo insieme il tema della sicurezza laser, sempre più rilevante per le crescenti applicazioni delle sorgenti laser in molteplici ambiti di intervento.
Quando parliamo di laser, in genere, ci possiamo riferire a una vasta gamma di prodotti.
Nell’industria meccanica, per esempio, troviamo impianti per il taglio laser 2D e 3D, macchine laser per saldatura e taglio dei tubi, sistemi di marcatura, pulizia, incisione ecc.
Spesso questi macchinari montano sorgenti luminose ad alta potenza, che rischiano di produrre danni anche rilevanti, se non si conoscono le misure necessarie a prevenirle.
Proprio per questo, è presente una regolamentazione internazionale che ripartisce i sistemi laser in classi (specificate dallo standard IEC 60825-1), in base a tre fattori principali: lunghezza d’onda, durata dell’esposizione e dimensione della zona irradiata.
Vediamo più nel dettaglio ciascuna tipologia e scopriamo quali sono le differenze tra loro.
Costituiscono i sistemi laser più sicuri per l’operatore. Grazie alla bassa potenza in uscita (pochi microwatt), non provocano danni né in caso di contatto prolungato con gli occhi, né tantomeno con strumenti ottici.
In termini di pericolosità per gli occhi, questi sistemi laser sono molto simili alla classe 1.
Tuttavia, possono diventare un rischio se utilizziamo strumenti ottici (come telescopi o microscopi) per osservare il raggio. Tra gli esempi più comuni di laser di classe 1M figurano i diodi laser, i sistemi di comunicazione in fibra e i misuratori di velocità laser.
La classe 2 comprende i laser con luce visibile a occhio nudo, la cui potenza non supera 1 mW. Sono nocivi solo se si fissa la luce in modo intenzionale e per un certo tempo.
Il raggio visibile di questa classe ha una lunghezza di 400-700 nm. Come nei casi appena visti, anche questo laser non comporta danni eccetto quando utilizziamo strumenti ottici e lo fissiamo a lungo. Il produttore è sempre tenuto a indicare gli strumenti ottici potenzialmente pericolosi per l’operatore.
Benché la R stia per relaxed, questa tipologia di laser è tutto fuorché innocua o trascurabile.
Rispetto alle classi precedenti, il livello di rischio è leggermente superiore e bisogna prestare la massima attenzione anche alla durata di esposizione al raggio:
Il tempo di esposizione tollerabile dipende in misura maggiore dalla lunghezza d’onda.
In linea di massima, si tratta di laser a basso rischio, che però devono essere identificati dal produttore con un’etichetta di avvertenza.
Sebbene il contatto con gli occhi sia ridotto, questi laser sono comunque pericolosi e possono provocare bruciature e ustioni di piccola entità sulla pelle.
Per questa classe, in particolare, esiste un limite di emissioni accessibili:
Rappresentano i sistemi laser più pericolosi: non solo causano danni agli occhi e alla pelle ma possono incendiare i materiali con cui entrano in contatto.
Data la loro potenza, vengono impiegati per lavori di taglio, marcatura, saldatura e pulizia.
Se si intende operare con questo tipo di laser, è necessario indossare gli occhiali protettivi, evitare il contatto e allontanare materiali infiammabili dal raggio o dal riflesso dello stesso.
Per garantire una sicurezza ottimale agli operatori, le macchine laser per la pulitura di superfici devono essere dotate delle seguenti caratteristiche:
Oltre a ciò, per scongiurare accidentali deviazioni del fascio laser, è importante che la superficie stessa del sistema e dei suoi componenti non siano riflettenti o molto lucidi.
Generalmente, per la pulitura delle superfici e la rimozione dello sporco depositato, si ricorre ai sistemi laser di classe 4, quelli più potenti ma anche quelli più pericolosi. Oltre a provocare seri danni a occhi e pelle, possono costituire un potenziale rischio di incendio e causare anche la fuoriuscita di materiale tossico.
Ecco perché l’impiego dei laser di classe 3 e 4, così come l’accesso alle zone controllate, è consentito solo al personale autorizzato, adeguatamente informato e formato.
Naturalmente, l’operatore deve applicare tutte le precauzioni per il controllo dell’intero percorso del fascio, in primis indossare i dispositivi di protezione individuali (DPI), come per esempio degli occhiali di protezione a norma per salvaguardare l’apparato visivo quando il laser è in funzione. Inoltre, è bene ricordare che non esiste un unico modello adatto a ogni esigenza: laser di lunghezze d’onda differenti, infatti, richiedono diversi tipi di occhiali protettivi. Per questo è necessario che, su ciascun tipo di occhiali, sia indicato l’intervallo di lunghezza d’onda per il quale è idoneo.
Le lenti di protezione, se colpite da un fascio laser che supera le specifiche per cui sono state realizzate, non garantiscono un’adeguata tutela.
È opportuno, dunque, avvalersi di occhiali marchiati CE con lenti filtrate in linea con le caratteristiche e la lunghezza d’onda della sorgente laser utilizzata.
Insieme ai DPI oculari di sicurezza, tra l’altro, è indispensabile indossare una mascherina protettiva, dei guanti da lavoro professionali ad alta resistenza e, se i livelli di radiazione superano l’esposizione massima permessa (EMP) per la pelle, anche indumenti ignifughi.
Per intervenire in completa sicurezza, è necessario adottare tutte le misure di prevenzione previste, specie per quanto riguarda l’uso dei laser di classe 4, il cui raggio, come abbiamo visto in precedenza, è potenzialmente deleterio per occhi e pelle sia in caso di radiazione diretta che diffusa.
Per tale ragione, agli operatori è richiesto di seguire un corso formativo per ottenere la certificazione di idoneità in merito al rischio specifico derivante da utilizzo di laser.
Sotto questo aspetto, Lasytec garantisce un servizio sicuro al 100%: sia per i risultati ottenuti che per la tutela delle persone presenti durante e dopo l’esecuzione dell’operazione.
Il nostro addetto, infatti, possiede tutte le dotazioni di sicurezza essenziali, a cominciare proprio dagli occhiali protettivi. Per giunta, opera in qualsiasi zona, anche la più difficile: sopra ponteggi, funi, attraverso linee vita, all’interno di cavedi o su piattaforme aeree.
Lo sapevi che il servizio Lasytec rientra, a tutti gli effetti, nelle tecnologie innovative ed ecosostenibili sicure per l’ambiente e per le persone?
Ebbene sì, il sistema di pulitura laser non richiede alcuno sforzo di utilizzo e non prevede l’impiego di sostanze sintetiche altamente tossiche. Perciò, non danneggia l’ambiente circostante e non inquina.
Difatti, durante l’attività di pulizia, Lasytec non utilizza acqua, né prodotti chimici come acidi o sgrassatori. Inoltre, per tutta la durata dell’intervento, non è prevista alcuna dispersione di materiale. Ciò significa che non si producono scarti e, di conseguenza, l’impatto sulla salute umana e sull’ecosistema è pari a zero.
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